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Le forme dell’immaginario collettivo contemporaneo, le produzioni mainstream del cinema d’animazione e del fumetto all’interno della moderna industria culturale, sono lontane dalle forme narrative antiche, ma sono i luoghi dove oggi si producono i simboli e le immagini che possono essere “simbolicamente” capaci di dare ordine e quindi senso all’esperienza umana.
Tali immagini non solo aiutano a esprimere ciò che è visibile sulla superficie della vita individuale e collettiva, ma anche nel dare linguaggio all’inesprimibile, senza però risolverlo definitivamente.
I simboli sono integratori di opposti. L’efficacia simbolica delle immagini si esprime sul piano dell’integrazione tra emozioni e concezioni del mondo che, per essere capaci di mettere in ordine l’esperienza, non possono prescindere dal piano dei sentimenti.
L’archetipo della Grande Madre
La figura della Grande Madre è determinante, in quanto tradizionalmente legata ai misteri della vita umana e della trasformazione che è connaturata alla vita. La presenza di tale archetipo, infatti, si riscontra fin dalla preistoria ed è raffigurato mediante le statuette sacre di argilla raffiguranti corpi di donne fertili.
Nel tempo l’archetipo della Grande Madre viene comunicato attraverso figure di grande potenza luminosa come la dea della fertilità, la Madonna, Sant’Anna, e quindi legate al sacro, oppure attraverso figure mostruose e animalesche legate al lato della femminilità più emotiva, o a forme che rimandano alla figura del ventre materno come la grotta e il nido.
L’archetipo di Grande Madre per eccellenza è Madre Natura che richiama l’istintualità animale, sia di protezione che di distruzione. Un esempio è la Grande Madre Natura in Avatar, o la Lupa che salva Romolo e Remo.
L’archetipo della Madre è un simbolo dell’inconscio: i simboli inconsci prendono forma in immagini archetipiche che rimandano al concetto di vita, nascita e rinascita.
Ambivalenza dell’archetipo
La Grande Madre non è solo soccorrevole e devota, ma è anche Madre terrificante.
L’archetipo della Madre, essendo legato alla vita è anche alla morte, rappresenta il ciclo della vita.
Per capire meglio, provate a pensare alla morte delle cellule come rinascita, rinnovamento e trasformazione continua. I significati dell’archetipo del materno sono l’idea della vita come ciclo, il rapporto tra materia e istinto, la terribilità della natura umana.
Nella cultura mainstream questa ambivalenza viene rimossa. Infatti l’industria culturale riduce la potenza del femminile a sola potenza sessuale, ha creato stereotipi in cui la donna ha solo il potere di essere oggetto del desiderio e la sessualità è una forma dell’esercizio di questo potere.
Le favole di Miyazaki e il ritorno delle Grandi Madri
Nei lavori di Miyazaki compaiono figure che possono essere assimilate alla Grande Madre. Il film di animazione più famoso probabilmente è “La città incantata”.
All’interno della storia compaiono due figure femminili: Yubaba e Zeniba. Queste anziane sorelle gemelle rappresentano l’ambivalenza dell’archetipo della Grande Madre, una terribile e l’altra benevola. Tutte le opere di Miyazaki sono costellate da archetipi della Grande Madre. Vi consigliamo la visione di “Nausicaa nella valle del vento”, “La città incantata” e la “Principessa Mononoke”.
Fonti:
- Roberta Bartoletti (2012), Grandi madri mediali. Archetipi dell’immaginario collettivo nel fumetto e nel cinema d’animazione., Liguori, Napoli;